domenica 22 dicembre 2013

Grazie, all'anno prossimo!

Se devi amarmi, per null'altro sia
se non che per amore.
Mai non dire:
"L'amo per il sorriso,
per lo sguardo,
la gentilezza del parlare,
il modo di pensare
così conforme al mio,
che mi rese sereno un giorno".
Queste son tutte cose
che posson mutare,
Amato, in sé o per te, un amore
così sorto potrebbe poi morire.
E non amarmi per pietà di lacrime
che bagnino il mio volto.
Può scordare il pianto
chi ebbe a lungo
il tuo conforto, e perderti.
Soltanto per amore amami
e per sempre, per l'eternità.

(Elizabeth Barrett Browning)

Auguro a tutti voi, che siate amici, fedeli lettori, sporadici visitatori o turisti per caso su questo post, delle Serene feste di Natale ed un ricco anno nuovo; un 2014, cioe, ricco di esperienze, sensazioni, Emozioni e di Amore. Non rinunciamo mai ad Emozionarci e ad Amare, a volte è tutto ciò che ci resta... Tuttavia, state certi, è sempre un grande Inizio.

Grazie, inoltre, a tutti coloro che credono in me, al mio Daniele, alle mie Care e Pazze Amiche, a Clara (alias Maria Chiara di Animula Solivaga). 

Grazie. Ci si legge l'anno prossimo!
AkiraM. 

domenica 15 dicembre 2013

Quando una donna dice "lasciami sola" l'ultima cosa che vuole è restare sola.
Tuttavia sa semplicemente che non sarai in grado di aiutarla.

Ma ricordate: in Amore vince chi resta. 

mercoledì 4 dicembre 2013

Tra cielo e terra. Tra cuore e testa

Vi è mai capitato di parlare sinceramente ad una persona e non sentirvi minimamente capiti tanto da diventare piccoli a tal punto da voler scomparire? A volte penso anche che il giorno dopo non riuscirò ad uscire dalle coperte per l'umiliazione!
Ogni volta mi dico che sarà l'ultima. La prossima volta tacerò.
Oggi ho fatto una "grande scoperta". Mi sbagliavo! Non siamo noi che dobbiamo stare zitti, nascondere i nostri sentimenti, sono gli altri che sbagliano a non capire... E non sanno che si perdono! Quanta soddisfazione può dare Capire qualcuno, sentire Empatia. È come se quella relazione ti portasse al Sehnsucht, a metà tra sensazione di sublime, desiderio del sublime e desiderio di desiderare il sublime.
[Non fate quella faccia. Il romanticismo è il padre letterario della mia filosofia!]
Tutt'al più, la prossima volta, potremmo (ma anche no, perché anche se mai si dovrebbero prendere decisioni in tristezza, felicità e rabbia, è naturale che succeda) cercare di valutare meglio se ne vale la pena, se l'altra persona ha la capacità di non farci perdere tempo e fiato. Non dignità, quella non l'avremmo persa comunque.
Infatti in questi casi è proprio la dignità che ci sembra di perdere ma è solo una sensazione. Ve lo assicuro. Dobbiamo essere sicuri di noi stessi e dei nostri sentimenti. Se l'altro non capisce non sono poi in fondo affari nostri. Possiamo e dobbiamo aprirci al mondo perché nei sentimenti non c'è niente di tabù. In gioco c'è qualcosa di troppo grande per metterci a mentire, a dissimulare.
Quante volte ho detto: "era meglio non dirlo questo"... Oggi penso che se è quello che sento perché no!  Metto ciò che sento davanti a tutto perché  è il cuore che guida la testa, è nel cuore che ci sono i motivi, nella testa al massimo vi sono i modi.
È  così, davvero: viviamo tra cielo e terra. Ci nutriamo ogni giorno di sentimenti, sono la nostra aria, ciò che siamo, ciò in cui fluttuiamo, è giusto imparare a conviverci, con i nostri... noi e gli altri.

lunedì 2 dicembre 2013

Ti voglio Bene

Ti voglio Bene. Essenzialmente, in realtà, vuol dire solamente che ci auguriamo il meglio per qualcuno. Se non il meglio, almeno il Bene. Quando diciamo "ti voglio bene" a qualcuno però, correntemente, sott'intendiamo il motivo per il quale lo stiamo dicendo, il motivo per il quale ci auguriamo del bene per lui: per affetto. Posto che la frase ha qualcosa che non va perchè possiamo, e dovremmo, augurare il bene anche a chi non siamo legati da un ponte affettivo, sarebbe curioso cercare di capire cosa significa e quando si crea questa affezione (termine che tra l'altro nasconde anche lui un mondo).

Perchè gli vuoi bene? Perchè è un famigliare, un parente, perchè mi aiuta, mi capisce, mi ascolta, perchè è fatto così, colà... Tutte ragioni, per un motivo o per un altro, opinabili, obbiettabili. Si può facilemente arrivare, in verità, alla banale conclusione che il motivo per cui sentiamo un'affezione nei confronti di qualcuno è impossibile da indagare, impossibile da definire con chirezza. Del resto c'è chi parla di elezione, chi di chimica, chi di interesse, chi di altruismo, chi di estroversione... Ognuno si basa sulla propria dottrina, data a volte anche solo da esperienza o da tendenza caratteriale. E allora il motivo per il quale ci rifletto è perchè è una dinamica così strana da creare altrettanto strane vicende.

È interessante notare la litote di chi dice: "gli voglio bene anche se - o, peggio, perchè - è così fragile da cadere continuamente, da buttarsi giù per ogni minima cosa, è così difficile rapportarsi con lei... Vuole avere sempre ragione, non cambia mai idea, va letteralmente fuori di testa su certi argomenti, passa interi periodi di stress tale da renderla intrattabile, non mi capisce ed io non capisco lei, spesso non mi aiuta o non lo fa come vorrei, a volte mi mette in imbarazzo, non abbiamo alcun credo in comune, la discussione spesso è anche feroce, ridiamo insieme ma piangiamo lontane, non siamo capaci di entrare positivamente l'una nella vera anima dell'altra."


Nonostante potremmo prendere anche parzialmente tutte le ragioni riportate, cambiarle o aggiungerne altre, la domanda si fa strada sempre meno latentemente: "allora perchè?". Quello che è descritto potrebbe essere un rapporto del tutto vuoto, superficiale, distante, persino inutile... Perchè allora? Perchè gli vuoi bene? 
Si potrebbe prendere una causa qualsiasi effettivamente o dire che questo è il tipo di Amore più alto, quello senza apparente ragione, quello disinteressato, quello che non chiede nulla in cambio. Ma si potrebbe aggiungere, di contro, dall'altra parte della medaglia, che non è niente di speciale, che è quello che potrebbe crearsi con chiunque, quello che deve essere riservato a chiunque, anche solo per il suo rulo: torniamo su, quello che si può e si dovrebbe riservare anche a chi non siamo legati da un ponte affettivo. Finiamo per identificare la tendenza di voler bene con quella che abbiamo verso chi non ci ha fatto nulla di male. 
Allora l'affetto qui non esiste? È una maschera, una bugia, una confusione lessicale, un'affezione che non è affetto? 

Io sono, ammetto, la prima che non crede a questi strani "ti voglio bene", ma, torno ad ammettere, sono anche tra chi a volte, in certi casi, per certe persone, li esercita. Vale a dire chi esercita "ti voglio bene" sostenuti da un sistema che, poco meritocraticamente, manda avanti motivazioni di scarsa rilevanza in confronto ai contro, che andrebbero, in realtà, in barba al ruolo, all'interesse, all'entusiasmo del momento.

C'è chi non dice "ti voglio bene", c'è chi lo dice molto raramente, c'è poi chi ne abusa... Ma a prescindere da quante volte e con quanta facilità lo diciate, questa frase conserva, sempre, il suo mistero, la sua irrazionalità... Il mondo dell'uomo si conferma essere un qualcosa di così complicato da apparire una bozza di un qualche Dio o, per i non credenti, di una qualche forma di intrinseca pazzia.