mercoledì 15 maggio 2013

Il Vocabolario emotivo e gli omini dispettosi

In una lingua di una popolazione che non ricordo non esistono delle parole per definire diverse sfumature di blu: azzurro, turchese, celeste, blu notte... Dato che non c'è una parola per "chiamare" questi colori pare che loro non notino effettivamente la differenza tra celeste e blu. Per loro sono uguali.
Spesso se non abbiamo una parola per definire ciò che ci passa per la testa viviamo in una specie di stato di trans, come se vivessimo un mondo nostro, diverso dalla realtà, dove quella sensazione non esiste perchè non sappiamo definirla o perchè rifiutiamo quel concetto. Saremo pazzi, dite voi. Sì, effettivamente. L'uomo non è una macchina, non risponde ad un sistema superiore di regole e risposte predefinite, come Siri ad esempio, che molti conosceranno. Spesso viviamo dei blocchi e dei corti proprio perchè nella nostra testa siamo momentaneamente confusi, la negatività prende il sopravvento ed è come se fossimo ubriachi, ci sentiamo oppressi, non riusciamo nemmeno a respirare per quanto la confusione della testa spinge sul nostro corpo. Questo avviene perchè noi siamo, come spesso mi capita di dire, uno, nessuno e centomila.
Io sono io, con i miei capelli, il mio viso, la mie mani, il mio modo di essere.
Io sono nessuno per molti e in molti casi.
Io sono centomila, sono testa, anima, desideri, comprensione di ciò che non posso avere, comprensione di ciò che potrei avere, comprensione di come potrei averlo, comprensione dei miei limiti nel comportarmi in un certo modo per avere quel qualcosa che quindi, a differenza magari di altri, non potrò avere. E ancora, sono ciò che non riesco a immaginare, ciò che non riesco a capire, ciò che per me è giusto, ciò che è facile e mi fa stare subito bene.
È normale, si sa, che tutte queste persone che sono strette nella mia bassa statura, ognuna portatrice di un "interesse", ogni tanto si pestino un piede e litighino lasciandomi nell'incertezza di come muovermi e di cosa fare. Sono lì, immobile, confusa. Qualcuno prima o poi vince e, dato che siamo animali pensanti (ed è questo il problema: il grande potere e la grande malattia dell'uomo), vince solitamente chi può sbloccare la situazione lasciando il più possibile la sfera sentimentale larga... Perchè la sfera sentimentale è come se fosse la Cina, "se si incazzano quelli, che son tanti, so' cazzi".
Il discorso è lo stato di confusione nel quale versiamo anche dopo. Possibile che abbiamo potuto essere così Jeckyll, pieno di tutte le sensazioni ed emozioni, buone e meno, e così Hide, così parziale ed egoista... sempre io, solo io? Jeckyll non riesce a capire e perdonare Hide, in un certo senso, a dargli un nome, e se non riesce a concepire che Hide è lui ma è anche Una parte di lui, Jeckyll perde la testa. Provate a far capire a quella popolazione che quel blu che vedono è blu ma non è proprio blu... Mah. Probabilmente perderanno la bussola anche loro. Manca loro il vocabolario... Ecco, dobbiamo munirci di un vocabolario emotivo. Pensiamoci: la maggior parte delle peggiori litigate della nostra vita avvengono perchè tu capisci e urli bianco e io nero, come le personcine interiori di cui sopra. Se ci sapessimo meglio capire, se sapessimo iniziare a distinguere gli interessi, che son tanti, dal bisogno, che è uno e che è quello che fa vibrare la sfera emotiva, ci sapremmo anche meglio spiegare e, senza arrivare alle maniere forti contro noi stessi (maniere forti tra tutti, cioè, quegli omini dispettosi e parziali) e contro gli altri... capiremmo noi stessi, da soli, la differenza, imparando anche a modulare gli scontri tra punti di vista e interessi diversi perchè alla base ci deve essere il bisogno... Magari qualche omino si metterebbe anche da solo da parte lasciandoci un po' più di spazio per la pace.

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