Rocco D'Ambrosio: logòs e politikòn

"Abbiamo la parola, il ragionamento, la riflessione, il senso delle cose, in una parola, per i greci, il logòs. Attraverso la parola, il logòs, comunichiamo quello che siamo , viviamo, pensiamo, amiamo, odiamo, cioè che riteniamo giusto e bello, invece ingiusto e brutto e così via. Attraverso la parola attuiamo la nostra relazionalità. 

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Il prete fiorentino (si parla di Don Lorenzo Milani) fu un profeta delle parole. Fu cosciente che la mancanza di parole era -ed è- una delle povertà più serie, su cui profeticamente bisogna intervenire. Milani, infatti, fu pienamente convinto che la povertà non si misurasse a pane, a casa, a caldo, ma su grado di cultura e sulla funzione sociale. Di qui l'attenzione allo strumento della parola: "Ciò che manca ai miei figliuoli è dunque solo questo: il dominio sulla parola. Sulla parola altrui per afferrarne l'intima essenza e i confini precisi, sulla propria perchè esprima senza sforzo e senza tradimenti le infinite ricchezze che la mente racchiude"

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Ogni itinerario di formazione deve partire da queste due parole greche: politikòn e logòs. Tutta la vita politica, sociale, culturale, professionale, economica, ovvero tutta la vita, tutto ciò che c'è sotto il cielo blu (si riferisce alla canzone di Rino Gaetano) non può essere né compreso (logòs), né vissuto prescindendo dal concepirci come persona politica (politikòn), cioè essenzialmente relazionale. Ugualmente ogni relazione, per essere piena, ha bisogno di essere detta, compresa, approfondita, nel segreto del proprio cuore quanto nello stare insieme agli altri, in diversi modi e momenti."

Rocco D'Ambrosio, "La storia siamo Noi"

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