sabato 27 aprile 2013

Il licantropismo dell'Uruboro

Mi  domando perchè sia spesso così difficile vedersi. Perchè per osservare in modo completo si debba uscire fuori da sè e perchè la contingenza sia, a quest'operazione, un'ostacolo così forte.
Mi domando perchè sia così difficile accettare di guardarsi un po'. Perchè non si accetti che chi è fuori da te possa vederti meglio di come pensi.
Mi domando perchè sia così difficile dare voce all'essere nell'apparire e fare in modo che siano lo stesso. Perchè continuare ad urlare "non è come sembra".
Mi domando perchè non si possa cancellare, abbattere, incenerire, disintegrare l'apparire. Perchè si continui ad interpretare la realtà e non a Viverla e a Combatterla là dove non ci piace.

La verità è che il buonismo diventa tale quando non c'è niente di buono.
La verità è che il coraggio non è vero che non è di questo mondo.
La verità è che nel mondo ciò che appari Sei e Non si scampa. Mai.
La verità è che è profondo chi di profondità vive ma è vivo chi di profondità grida.
La verità è che se fai l'antipatico Sei antipatico e che chi ti sta intorno ha il Dovere di pensare che in quel momento sei nervoso esattamente come ha anche il Dovere di considerarti antipatico se lo fai anche domani e dopodomani.
La verità è che la comprensione ha un limite: non puoi aspettarti che se continui a sbagliare la gente Debba continuare a capire. Dopo un po' (aihmè certo) alla gente non importa più.
La verità è che sbagliare può diventare un vizio.
La verità che la soluzione non è nascondersi ma vedersi, capirsi, ammettersi, accettarsi e cambiare.
La verità è che l'eroe vero è chi prova prima e riesce (perchè ci riesce) poi ad essere ciò che vuole essere.
La verità è che se non ti piace ciò che sei stato oggi tanto vale cambiare domani.
La verità è che è difficile capire che non ti sei piaciuto oggi e se non ci riesci non cambierai domani.

La verità che è difficile combattere il licantropismo dell'uruboro.


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