venerdì 9 agosto 2013

#Racconto 4 - La donna senza sogni

"Basta, via, Mercuzio, basta! 
Stai parlando del nulla! 

Sì, di sogni, 
che sono i figli d’un cervello pigro, 
fatti solo di vana fantasia, 
che sono inconsistenti come l’aria, 
più incostanti del vento, che ora scherza 
col grembo gelido del settentrione, 
ed ora, all’improvviso, in tutta furia, 
se ne va via sbuffando e volge il volto 
alle stillanti rugiade del sud. "

Mi fecero accomodare. Era come se oramai l'occhio di bue fosse su di me e cominciai: "Ho sempre avuto un rapporto complicato con i sogni. Quando ero adolescente pensavo spesso che "i sogni sono inutili". Se ci pensate sognare qualcosa significa fondamentalmente immaginare qualcosa, pensare quindi a qualcosa che non c'è, che non abbiamo e, spesso, che non possiamo avere. Vorrei fare tante cose, come se fossi il personaggio di un bel film fantascentifico: cambiare eventi, modificare ricordi, far innamorare la gente (di me o di altri, non è rilevante), volare, teletrasportarmi (molto più figo che volare a parer mio), salvare il mondo... Un climax interessante se ci si riflette.
Ma sognare può anche significare avere aspirazioni. "Molto diverso" dice qualcuno lì infondo. Ebbene io dico di no. Anche le aspirazione possono essere infide, come i sogni. Si può avere qualsiasi aspirazione, non c'è mica un limite!  Possiamo dire, quindi, come quando ero adolescente, che i sogni sono persino dannosi? Forse. 
I sogni possono modificare la realtà, deviare il presente, buttarci in un grande baratro proprio per la loro irrealizzabilità. 
Mi si risponde, lì fuori, nel mondo, che i sogni e le aspirazioni spesso salvano le vite, fanno uscire da realtà poco felici, creano un futuro per persone che, altrimenti, sarebbero state come i loro padri e nonni, nulla di più, forse anzi di meno. E allora il sogno è ancora dannoso? Sì, io direi. Non serve sognare, l'essenziale è credere in sè stessi o, meglio e più astrattamente, credere nella propria capacità di imparare e migliorare. Il sogno è fuori da noi e all'aspirazione, non sembra, ma è riservato lo stesso posto: sono fuori, al freddo, e vorrebbero trovare rifugio nelle nostre menti, calde per il movimento dei nostri pensieri, sono approfittatori. Ai giovani non si dovrebbe dire che sognare è "meraviglioso". No, no, no! Riflettere, giorno per giorno, è meraviglioso. Creare realtà non fantasie è meraviglioso. La realtà deve diventare il sogno. In che senso? Semplice, si sogna "per sfuggire alla brutta realtà, malvagia e stretta". Bhè, così si fugge da un paese in difficoltà per andare nella terra delle grandi promesse... Promesse, solo promesse, esattamente."
"Non si può sognare un mondo migliore?", mi chiese un acneico ragazzino, promettente rivoluzionario del domani.
"No, risposi. È da vigliacchi sognare un mondo migliore, il mondo migliore bisogna farlo, tutti insieme davvero. Non nelle canzoni, nelle storie, nei film."
"E perchè aspirare ad un mondo migliore sarebbe una colpa?" , ora era il turno della signora in giallo, passatarivoluzionaria  decaduta.
"Perchè l'aspirazione è ancora sogno, immaginazione. La parola "aspirare" è utilizzata impropriamente. Dovrebbe dire "volere" un mondo migliore. Allora le cose cambierebbero e di molto." 
Lasciai il ragazzino perplesso, la signora ammutolita e gran parte degli altri attoniti. 
"Vedete, il mio personaggio è una donna semplice, senza sogni nè grandi aspirazioni, ciò che vuole è vivere, vivere realmente, in un mondo il più giusto e vero possobile. Un'idealista ma non una rivoluzionaria, un'altruista ma non una santa o una missionaria. Una donna qualsiasi, che non ha una gran carriera ma non per questo non ha una gran cultura, una donna bella ma non una modella. Una giusta ma non una giustiziera. Una che non crede che ciò che è giusto è anche ciò che è giustificabile. Una donna di cuore."
La presentazione continuò, meno vivace di come era cominciata. 
Ne feci altre, risposi ad altre domande, vidi altri visi attoniti.
"Lei non aspira ad essere prima nella classifica dei libri più venduti?" mi chiese un uomo rachitico, giornalista provocatore che si sente furbo ed intelligente. 
"Francamente no, io scrivo libri, rispondo a domande, penso e scrivo cose per guadagnarmi da vivere, questo è il mio lavoro, è ciò che faccio, non ciò che sogno di fare: per arrivare qui non ho sognato, ho creduto, fermamente, e ho fatto. Ci pensi: se anche avessi sognato questo e avessi fatto il necessario per arrivare a quel risultato e ciò finisse per non accadere... Cosa succederebbe? No, vede, io ho scritto senza pretese, credendo nel mio personaggio, tutto qui. Ora sta ai lettori darmi ciò che merito, io sto bene. Aspirare ad arrivare prima in classifica è altamente irrealizzabile, sta qui il dannoso."
"Non crede di essere un po' populista e banale con la sua argomentazione? Alla ricerca di un'originalità che mistifica una persino non chiara visione?" Eccolo, era arrivato, il complicato filosofo. 
"Guardi, se mi sta accusando di qualcosa francamente non intendo cogliere la provocazione. Non cerco originalità nel mio libro. Sognare è populista e banale. Miss Mondo ogni anno aspira alla pace nel mondo facendosi fotografare in costume da bagno e sogna di abbattere la miseria con igiornalisti. Che brava ragazza...
Io racconto la vita di una bambina, ragazza, donna, signora che non ha una nazionalità, un posto di rilievo nel mondo, come molte donne. Le sembra originale? Non ha grandi aspirazioni forse ma ciò non significa che non abbia grandi meriti. Insomma, la donna del mio libro è la base del mondo. Senza di lei presidenti, giuristi, grandi uomini di chiesa, imprenditori, grandi della storia non sarebbero nati, eppure lei era lì. Il meglio della gente normale insomma."

Morale della favola: la mia donna è stata accusata, apprezzata e manipolata da tutti coloro che lessero, Lessero e "lessero"  il mio libro ma va bene così, la mia donna è lì tra mille altre come lei e fino a quando ci sarà gente che non sogna, che non fa e non crede alle promesse dei sogni quanto crede nella potenza della ragione, della capacità e della realtà allora tutto va bene, il mondo prosegue, sorretto da lei e da molti altri. 

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