venerdì 7 marzo 2014

Il cammino dell'umanità verso l'Umanità

A noi, uomini e donne abitanti questo pianeta miracolato dallo spazio, poichè si trova ad una distanza tale dal Sole da poterci ospitare, sembra sempre di non muoverci o di muoverci come il nostro ospite fa, gira e ritorna. Ci sembra che "come tutto il mondo è paese, tutti i secoli si riassumono in una generazione, una qualsiasi, a caso.". Che la storia semplicemente si ripete, con poche ed inutili variazioni sul tema, "che va sempre a finire così".

Quando si è protagonisti di una Rivoluzione di portata storica non ci si rende conto che il piccolo passo per quell'uomo è un grande passo per l'umanità e, anche dopo, poco dopo, all'umanità stessa non sembra poi di aver compiuto un così grande passo. 
Che ne sapeva quell'uomo che ha costruito il primo prototipo sgangherato di ruota che avrebbe segnato un'era? Che avrebbe distinto una bestia umanoide da un Uomo? E quello che si è messo a scarabocchiare roba su una tavoletta di pietra che ne sapeva, in quel momento, che stava segnando un'altra tappa tra un altra bestia e un altro Uomo? E, ancora, erano consapevoli gli uomini che si sono fermati in un posticino comodo comodo vicino al Tigri solo perchè non gli andava più di girovagare, che stavano fondando le basi per un altro Uomo, diverso e migliore da quello che erano loro stessi, barbari e rozzi? Loro certamente non lo sapevano.
Probabilmente la consapevolezza delle imprese che fanno la storia è arrivata dopo... Lo sapevano certamente i Greci, ed in particolare gli Ateniesi, che erano meglio dei popoli che abitavano a qualche centinaio di kilometri da loro, che la loro invenzione della "polis" li rendeva migliori dei pecorari che erano stati qualche secolo avanti e dai pecorari che trovavano intorno. L'orgoglio si è perso presto per strada in realtà perchè all'uomo, come dicevamo, piace piangersi addosso. Già i Romani non si sentivano migliori dei Greci e sentivano l'esigenza di rifarsi alla grecità per essere migliori e, già che c'erano, facevano tappa un secondo in Egitto a rubare un po' di scienza, nella consapevolezza, però, che meglio del loro forte coraggio connesso con la grande cultura greca e la sconvolgente scienza egiziana, non ci potesse essere. Certamente i Romani si sentivano migliori quando realizzavano che non i Greci, non gli Egiziani, ma loro avevano conquistato il mondo. Tuttavia lo sapevano i Romani che il latino, quasi senza evoluzione alcuna, sarebbe stata lingua della più alta Europa per molti molti secoli dopo la loro caduta in miseria? Probabilmente non si aspettavano di cadere nemmeno da nessuna parte, probabilmente se avessimo chiesto ad un romano come vedeva il mondo tra qualche secolo non avrebbe risposto in modo molto diverso da come vedeva la sua società dalla sua sedia nell'osteria: stessa identica società, forse un po' migliore... Ma se lo augurava soltanto senza crederci poi molto. Del resto i secoli scorrono lenti e per molti degli stessi secoli la storia di chi li ha vissuti non appariva diversa da quella di qualche marmoreo antenato: cambiano i potenti ma la vita, bene o male, è sempre quella. 
Questo spirito che caratterizza l'umanità nel suo essere umana effettivamente poco considera le storiche evoluzioni.

è incredibile, infatti, come i Romani fossero sconvolgentemente uguali a noi anche se vivevano in modo molto diverso, talmente tanto diverso che a volte ci sembrano bestie, come dovevano sembrare i non-possessori-di-ruota ai fortunati-possessori-di-ruota e come ci sembrano oggi i non-possessori-di-ultima-tecnologia rispetto a noi, fortunati-possessori-di-smartphone. Per non parlare di quando ci rendiamo conto che non molto tempo è passato da quando, quelle bestie dei nostri bisnonni americani, non si sedevano accanto a gente di colore perchè... chissà per quale cavolo di motivo. Scommetto che non passerà poi molto tempo affinchè la nostra tecnologia venga considerata bestiale tanto quanto la convinzione che due uomini o due donne possano formare una famiglia normale. 
Riflettiamo un attimo: ogni epoca ha la sua battaglia... Non quelle battaglie bestiali, quelli sì, per davvero, per un pezzo di terra in più, ma quelle per i diritti delle persone, laddove "diritto" significa possibilità: la libertà di pensiero, di informazione, di scelta, di mangiare, di lavorare... Se leggiamo una carta costituzionale a caso... prendiamo quella italiana và... ci domandiamo se fosse davvero necessario scrivere roba tipo "tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. " oppure una cosa tipo "la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto."... Poi ci viene in mente che "mmh, effettivamente all'epoca era necessario dato l'andazzo!" e mentre lo pensiamo ci sentiamo migliori... Perché ora è normale... Certo, alcune bestie che non vogliono realizzare il progresso della storia ci sono anche adesso e sono questi che ci fanno pensare che la storia a nulla vale se non a perdere tempo. 

Ricapitolando: la storia non è sempre uguale a se stessa perchè altrimenti, viva Dio, non avremmo la certezza, ad ogni giro di giostra, di essere migliori, più umani e meno bestie di quelli del giro precedente ed il fatto che certe cose restano ancora lì, quasi da sempre, è solo perchè sempre lupi siamo e fatichiamo a perdere il vizio.

Io immagino l'umanità come un obeso di terzo grado steso sul pavimento, con una quantità di zuccheri nel sangue tale da essere sul punto di mangiarsi il cuore e con altrettanto desiderio di assumerne sempre di più... di mangiare e poltrire, poltrire e mangiare... roba che se passasse di lì un bambino con un gelato mangerebbe gelato e bambino. Ma la fame del grasso che spinge quel corpo sempre più in basso è contrastata da muscoli che vogliono alzarsi in piedi, liberarsi di tutto quell'inutile peso e correre via e anche da una mente che, quando non ottenebrata dalla pigrizia e dagli zuccheri che arrivano al cervello facendogli desiderare più zucchero ancora, desidera essere un atleta, desidera guardarsi allo specchio e piacersi. 

L'umanità desidera star bene e piacersi e, nonostante il grasso e la pigrizia di chi vuole sbattere quel corpo a terra, lentamente questo grassone da secoli compie la sua impresa, secolo dopo secolo si sta alzando liberandosi di alcuni suoi pesi e da un po' della sua pigrizia, con il suo progresso, la sua tecnologia, il suo amore scritto come graffiti vandalici tra bibbia, tregue, libri, costituzioni, quaderni di doglianza, striscioni, quadri, sculture, musica e poesie e tanto tanto altro ancora. L'umanità che lotta contro se stessa. 
Quest'uomo grasso è ancora grasso, è ancora in ginocchio e ancora desidera mangiare e arrendersi "perchè tanto non cambia niente" ma ogni secolo ha i suoi muscoli ed ogni muscolo fa la sua storia.

Quadro di Lucian Freud



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