domenica 29 settembre 2013

#Racconto 6 - La bambina dell'orologio

Chi non ha ancora definito il proprio spazio tende, nonostante la sensazione della grande mancanza, a tenere gli altri lontani. Per non travolgerli o per non trascinarli sul fondo... Oppure per poter risalire.
Non capisce dove finisce lui e dove comincia il mondo... Ma questo non è un buon motivo per scendere a scoprirlo.

C'era una volta una bambina seduta sulla lancetta dei secondi di un gigantesco orologio. Un po' svogliata, un po' concentrata, un po' superba, se ne stava lì a contemplare come si muoveva il mondo laggiù... anche se sapeva che lei, in realtà, non si muoveva mai: ostaggio del tempo, restava lì, sempre uguale a se stessa.
La vita sulla lancetta a volte non era poi tanto male: si divertiva a guardar di sotto, a volte qualcuno la guardava perplesso: di scendere però non se ne parlava proprio.
Un giorno un taglialegna si avvicinò e le chiese come mai non scendesse a giocare con gli altri bambini del paese, lei un po' impaurita rispose:

"No, non posso! Ho un dilemma da chiarire, quando scoprirò la soluzione potrò scendere!"

"C'è qualcuno che ti tiene prigioniera del dilemma? C'è una Sfinge che ti osteggia? "

"No, l'unica Sfinge sono io." risposte con semplicità.

"Se vuoi pensiamo insieme, ti racconto un po' della vita quaggiù, un po' della mia vita e risolviamo il tuo problema! "

Scosse la testa: "Sono concentrata, non posso! Posso chiacchierare con te ma ti ascolto solo se mi distrai un po'! Sai, qui si pensa tanto e mi annoio a volte!"

Il taglialegna non capì ma le raccontò una storia, due... mentre lei rideva sull'orologio che continuava a portarla su e giù. Al tramonto andò via ma tornò il giorno seguente ed il seguente ancora, benché la bambina non gli avesse mai chiesto di tornare. Lui non chiese mai più quale fosse il dilemma che la tormentava né perché lei rimanesse sempre uguale a se stessa e neppure come facesse a vivere lì sopra, sola, senza un amico o qualcuno che si prendesse cura di lei.
Passarono infiniti giorni di risa e storie. 
Un giorno il taglialegna non tornò. Lei avrebbe voluto sapere perché, avrebbe voluto cercarlo ma non sapeva nemmeno dove e comunque  non avrebbe potuto perché non aveva ancora risolto il suo dilemma. Forse aveva perso il suo unico amico perchè si era annoiato di lei o perchè lui era dovuto partire o perchè aveva qualcun altro da curare. Il taglialegna non tornò nemmeno il giorno seguente ed il seguente ancora e la bambina tristemente realizzò che lei non gliel'aveva mai chiesto... E che non gli aveva nemmeno mai detto che lo considerava un amico, l'unico.  
Forse, se si fosse fatta aiutare sarebbe potuta arrivare alla soluzione e andare finalmente via, riacquistare forma terrena, nel tempo e nello spazio... Forse sarebbe potuta diventare una ragazza bellissima, Vivere come tutti nel mondo laggiù, essere felice davvero, essere triste davvero, Amare davvero e, poi, anche morire.
Quella notte non dormì. Contemplò le stelle tra i rintocchi del suo orologio e pensò che troppo in fretta il tempo era passato nella sua immobilità. Pensò che oramai forse la sua vita era quella torre, su quella lancetta, e quel dilemma... che, in realtà, non ricordava più.

3 commenti:

  1. Questo racconto conferma la mia opinione sulle tue capacità di scrittura, che sono davvero ottime. E' una piccola fiaba triste, che nella sua stilizzata semplicità rimane aperta a molteplici interpretazioni, ed adatta ad ognuno. Continuo a sperare che quella bambina riesca a scendere dalla sua lancetta.

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  2. Grazie mille davvero! Hai ragione, le interpretazioni possono e devono essere tante e varie, del resto è quella la parte migliore delle storie: interpretarle. Ad ogni modo spero anche io che quella bambina, prima o poi, scenda a conoscere la vita.

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  3. Io invece non penso che lei la vita non la conosca, l'ha vista e l'ha studiata per tanto tanto tempo, solo che non ha trovato il coraggio di viverla. Forse per paura, forse perchè pensava non ne valesse la pena. Povera lei che si è accorta troppo tardi che aveva un valido motivo per scendere da lì., poveri quelli che scoprono il valore di una persona solo quando la perdono.

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